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Australia, il nuovo Ovest

America, anni ’50 del 1800. Sono questi gli anni in cui si scatena quella che viene storicamente identificata come “Corsa all’ovest”, la frenetica e forsennata ricerca, da parte dei colonizzatori bianchi, di nuovi spazi, nuove terre da occupare e nelle quali sistemarsi, ma non solo. La speranza è un’altra, è quella di trovare qualcosa di più, di trovare ad Ovest quelle occasioni che dall’altra parte d’America mancano e si fatica a trovare, occasioni di una vita migliore, piena di fortune, di oro!

Oggi, più di 150 anni dopo, le nuove generazioni sembrano aver scoperto un nuovo Ovest, che si trova però ad Est. Il Nuovo Ovest è, infatti, quell’enorme paese che risponde al nome di Australia, terra che sembra riaccendere i sogni dei giovani, soprattutto italiani. Quei sogni che in Italia non solo faticano a realizzare, ma che stentano persino a trovare e riconoscere. Per tanti non è così, ma ci sono molti che pensano e sperano che quell’isola, immersa tra oceano Pacifico ed Indiano, sia davvero un Nuovo Ovest.

Tra di loro c’è Francesca Chiesa, 24enne italiana di Milano, con una laurea triennale in Biologia conseguita nel Febbraio del 2014. Dopo la fine degli studi però, Milano comincia a starle stretta e ad offrire poche opportunità, la laurea non riceve la riconoscenza e la considerazione che meriterebbe, e le possibilità per Francesca di inseguire i proprio sogni e fare ciò che le piace, ciò per cui ha faticato e fatto sacrifici, sono poche e difficilmente realizzabili:“A 23 anni avevo zero esperienze lavorative significative, vivevo con i miei genitori, non ero ancora in grado di mantenermi e non sapevo minimamente cosa volesse dire avere un lavoro, risparmiare dei soldi, pagarsi l’affitto… Il mio paese non mi ha reso le cose facili, la mia laurea è considerata carta straccia!” A questo punto Francesca prende una decisione difficile, importantissima, che, per forza di cose, le cambierà la vita. Decide di trasferirsi in Australia nel Marzo 2014, per mettersi alla prova, per imparare a vivere senza la protezione e gli aiuti della famiglia.
L’idea è quella di restare in Australia per sei mesi, fare una piccola esperienza all’estero ed imparare meglio possibile l’inglese per poter, una volta rientrata in Italia, cercare maggiori fortune in ambito lavorativo.

I primi tempi sono molto difficili, come prevedibile. Francesca viene accolta in casa da una famiglia di Mackay, nel Queensland.

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Qui, grazie al suo visto turistico-lavorativo, svolge il lavoro di babysitter, ed oltre ad occuparsi di tre bambini piccoli, cosa che non è affatto semplice, deve adattarsi il più velocemente possibile alla nuova lingua e allo slang australiano, insieme a stili di vita completamente differenti rispetto a quelli precedenti. Il tutto, ovviamente, va ad aggiungersi alla nostalgia di casa e alla mancanza della famiglia.

Col passare dei mesi, tuttavia, Francesca si accorge che rientrare in Italia dopo aver imparato bene l’inglese non è davvero ciò che vuole. Negli ultimi mesi ha incontrato persone fantastiche, visto luoghi meravigliosi e intuito che, forse, questo paese può davvero offrirle tanto, diventare la sua nuova casa, diventare il suo Nuovo Ovest. Prende allora la decisione di restare in Australia, e, grazie all’aiuto della famiglia che la stava ospitando, ottiene un secondo anno di visto svolgendo tre mesi di servizi socialmente utili lavorando nella loro fattoria.

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Dopo i primi nove mesi in Australia, arriva il momento di fare un altro passo importante. Francesca decide di spostarsi: grazie a quello che ha guadagnato fino ad ora può permettersi di comprare una macchina, essenziale nel Queensland, dove non c’è un vero e proprio servizio di trasporto pubblico, e di andare a vivere da sola.

La strada però non è in discesa, tutt’altro. Le questioni burocratiche diventano particolarmente fastidiose in questo periodo. Il visto turistico-lavorativo di cui dispone non le consente di lavorare più di sei mesi con lo stesso datore di lavoro, e diventa difficile, anche qui come in Italia, trovare un lavoro appagante e ben remunerato:“Ho cercato in tutti i modi di avere un buon contratto di lavoro, part-time o full-time. Con la mia laurea in biologia qui ho tantissime opportunità e c’è una grande offerta di lavoro, ma il problema è la burocrazia. Nessuno ha voluto assumermi con il mio visto vacanza-lavoro, e così mi sono trovata a fare lavori a chiamata: ho fatto la cameriera, lavorato per un servizio di catering e anche in un pizza fastfood.”

Ad aggiungersi alle difficoltà dovute a questa situazione, Francesca ha, per la prima volta, il pensiero di dover pagare l’affitto, le bollette, la benzina e l’assicurazione della macchina contando solamente su se stessa.

Tuttavia in questo periodo difficile c’è anche qualcosa per cui sorridere: due mesi di lavoro in un ostello nella località di Airlie Beach, a qualche ora di distanza da Mackay, le regalano l’occasione di vivere in uno dei posti più belli al mondo. Un paradiso per i turisti, ma anche per chi ci lavora.

Immagine 4Il ritorno a Mackay è coinciso però con il periodo, fino a qui, più difficile di questa esperienza; Febbraio scorso è stato un mese senza lavoro, con i soldi che scarseggiavano e l’ansia che cresceva. Periodo buio che però si è risolto favorevolmente: Francesca è riuscita a superare questo momento difficile, ora ha ben 4 lavori diversi e tutto sembra girare per il verso giusto.

L’obiettivo per il futuro immediato è quello di riuscire a trovare qualcuno disposto ad assumerla con un buon contratto di lavoro per almeno due anni, in modo tale da poter cambiare il suo visto in un vero e proprio visto di lavoro, poter fare richiesta di residenza permanente e, finalmente, riuscire a farsi assumere come biologa all’università, vedendo finalmente riconosciuta la sua laurea, o addirittura riprendere gli studi proprio in Australia.


I sogni per il momento sono stati messi da parte per far spazio ai sacrifici della vita quotidiana, ma Francesca è soddisfatta. È soddisfatta perché ha la consapevolezza che grazie a questi sacrifici la sua vita è migliore di quanto non fosse in Italia, perché grazie a questi sacrifici ha la possibilità di abitare e costruirsi un futuro nel paese che ha scelto, il paese che crede diventerà il suo Ovest.

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Giorgio Di Leo

Classe 1992, nato e cresciuto (ahimè!) nella provincia di Milano. Fin da piccino stravedo per i racconti della buona notte di papà, ora passo ore ed ore a leggere ed ascoltare quelli di Federico Buffa. Studente ad un passo dalla laurea in Scienze Politiche, vivo nella speranza di poter essere io, un giorno, a scrivere e raccontare storie per voi altri.

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