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Fenomenologia (a scatti) del manifestare

Tutt’oggi sembra che la più imponente e diretta forma di partecipazione sia la manifestazione, non potendo il cittadino fissare il giorno della votazione a suo piacimento. Nata come necessità all’attivismo e in risposta all’indifferenza nei confronti della società circostante, la manifestazione, indipendentemente che sia un corteo per strada o un ritrovo in uno spazio pubblico, dimostra opinioni e sentimenti condivisi di una collettività.

Ma possiede ancora oggi il medesimo significato? E, soprattutto, ha ancora la sua efficacia?

Provocazioni a parte, per questo fotoreportage la redazione di Pequod ha deciso di pubblicare fotografie scattate durante varie manifestazioni, mentre si camminava per dimostrare il dissenso su provvedimenti e disonestà. Da Roma, al Brennero, passando per Bologna e Bergamo, i nostri sguardi si intrufolano, partecipando, nei diversi movimenti che hanno cercato negli ultimi tempi di comunicare, prendere parola al fine di favorire uno scambio di opinioni. E forse proprio dalla parola e dall’opinione bisognerebbe ripartire per restituire all’azione e al manifestare la sua vitalità. Per questo motivo, una serie di fotografie che cercano di testimoniare come la nostra generazione vive e comunica la manifestazione, tra cartelli di protesta, fumogeni, danze e momenti di dialogo.

Coscienza1, featured, manifestazione, repubblica


Francesca Gabbiadini

Nata in valle bergamasca nell’inverno del 1989, sin da piccola mi piace frugare nei cassetti. Laureata presso la Facoltà di Lettere della Statale di Milano, capisco dopo numerosi tentavi professionali, tra i quali spicca per importanza l’esperienza all’Ufficio Stampa della Longanesi, come la mia curiosità si traduca in scrittura giornalistica, strada che mi consente di comprendere il mondo, sviscerarlo attraverso indagini e ricomporlo tramite articolo all’insegna di un giornalismo pulito, libero e dedito alla verità come ai suoi lettori. Così nasce l’indipendente Pequod, il 21 maggio del 2013, e da allora non ho altra vita sociale. Nella rivista, oltre ad essere fondatrice e direttrice, mi occupo di inchieste, reportage di viaggio e fotoreportage, contribuendo inoltre alla sezione Internazionale. Dopo una tesi in giornalismo sulla Romania di Ceauşescu, continuo a non poter distogliere lo sguardo da questo Paese e dal suo ignorato popolo latino.

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