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Giostre e giostrai: quando il proprio lavoro diventa uno stile di vita

Andare alle giostre in paese è sempre un momento magico per tutti. Musica dance a tutto volume, bancarelle che vendono ogni tipo di dolciume e gli immancabili autoscontri (ma anche il ‘’brucomela’’, se preferite) sono gli ingredienti principali per una fiera che si rispetti. E a completare il tutto non possono mancare loro, quelli che comunemente chiamiamo giostrai. Ma chi sono queste figure a tratti enigmatiche e talvolta un po’ stravaganti?

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“Esercenti viaggianti dello spettacolo” – è questo il termine corretto con cui chiamare i giostrai. Professione che affonda le sue radici nel medioevo e tradizionalmente legata al luna park, entrare a far parte di questo mondo è più difficile di quel che sembra. Come minimo bisogna provenire da una famiglia che svolge questa professione da diverse generazioni ed è  inoltre indispensabile possedere delle giostre proprie con apposita licenza. Ciò non è tanto scontato se consideriamo che quelle che costano meno partono da un minimo di 50-60 mila euro, fino ad arrivare a 600-700 mila euro ed oltre quando si tratta di attrazioni per adulti. Infine, per essere perfettamente in regola è obbligatoria l’iscrizione alla Camera di commercio.

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Il giostraio, per sua natura, è un mestiere itinerante e ciò comporta non pochi ostacoli. Di media gli spostamenti variano dalle venti- trenta volte l’anno in base al ‘’giro’’ creato, il tutto regolarizzato da un calendario che indica gli spostamenti delle varie carovane nelle specifiche piazze. Il continuo spostamento comporta anche il fatto che i ragazzi più piccoli sono costretti a frequentare scuole diverse di volta in volta, non restando più di qualche mese nella stessa classe. Da questo punto di vista esiste, fortunatamente, una legge che obbliga le scuole ad accogliere i figli di giostrai anche per brevi periodi, evitando almeno qualche spinoso problema burocratico alle famiglie.

Alla luce di tutto ciò il guadagno non sempre è soddisfacente. Con l’arrivo dell’estate e con l’inizio delle sagre e delle feste di paese la possibilità di fare affari aumenta notevolmente, tanto che è possibile, in certi casi, supplire periodi in cui le entrate scarseggiano. Tuttavia, la crisi economica degli ultimi anni ha colpito anche questo settore: le famiglie non sono più tanto inclini a portare i figli alle giostre poiché considerata una spesa superflua. Ecco allora che anche gli esercenti viaggianti dello spettacolo devono affinare le loro tecniche di marketing per tornare più competitivi sul mercato, come una vera e propria impresa. Anche perché le spese ci sono e non sono poche. La sicurezza degli impianti, che in questo campo è fondamentale, e i costi per l’occupazione del suolo pubblico, sono le più importanti.

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È dura, veramente dura. Gli spostamenti, le burocrazie e talvolta anche qualche pregiudizio sono all’ordine del giorno. È un mondo a cui devi dare molto, ma che ti restituisce altrettanto: la felicità delle persone, infatti, è forse il guadagno più gradito per chi ha scelto di dedicare la propria vita a questa professione.

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Matteo Fornasari

Cremonese di nascita, classe 1995, riesco ad oltrepassare l’ostacolo della maturità nel luglio del 2014 e a conseguire un sudatissimo diploma in lingue straniere. A settembre dello stesso anno la passione per la storia mi porta ad iscrivermi all’Università degli Studi di Milano dove quasi casualmente trovo Pequod, ed è qui che ha inizio la mia avventura.

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