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Giovani, internet e sessualità: come è cambiato l’approccio delle nuove generazioni al sesso

Sappiamo tutti che le generazioni contemporanee sono molto più esposte ad immagini e messaggi sessuali rispetto a quelle precedenti, mentre i tabù sociali una volta legati alla sessualità vengono meno in maniera sempre crescente, rendendo l’approccio degli adolescenti al sesso molto diverso rispetto a quello dei loro genitori. Le nuove tecnologie permettono ai giovani non solo di accedere a contenuti espliciti con maggiore facilità, ma anche di praticare nuovi tipi di attività sessuale mediata, come ad esempio il sexting. Questo li rende inevitabilmente maggiormente esposti sia a rischi preesistenti – ad esempio l’essere adescati da malintenzionati – che a pericoli completamente nuovi, come la messa in circolo e la condivisione di immagini intime attraverso la rete. I rischi sono reali e tangibili, ma non tutti gli aspetti di questa “digitalizzazione” della sessualità sono necessariamente dannosi o negativi.

Secondo alcuni, l’accresciuta disponibilità di materiale sessuale garantita dalla rete potrebbe infatti non avere effetti deleteri di per se. In un articolo per la testata inglese The Guardian, Madeleine French sostiene che l’influenza che i contenuti pornografici hanno sugli adolescenti tende a venire esagerata, ed include le considerazioni della ricercatrice Clare Bale, secondo la quale gli adolescenti si relazionano al materiale erotico con più autonomia di quello che solitamente pensiamo, condividendo materiale pornografico a vari scopi, ma anche decidendo di ignorare finestre a contenuto sessuale su cui si imbattono accidentalmente. Uno studio indica una differenza di percezione tra giovani e meno giovani significativa: mentre gli adulti intervistati pensano che internet abbia contribuito in maniera marcata alla iper-sessualizzazione degli adolescenti, questi ultimi invece sostengono che il loro comportamento sessuale non ne venga particolarmente influenzato. Sebbene sia ammissibile che gli adolescenti intervistati fossero semplicemente meno consapevoli del cambiamento generazionale che i più anziani sembravano aver osservato, la discrepanza tra i due gruppi sembra indicare un fraintendimento generazionale riguardo al modo in cui gli adolescenti vivono la sessualità al giorno d’oggi.

Fonte: scuolazoo.it
Fonte: Scuolazoo.it

Al di là delle incomprensioni tra generazioni, esiste chi ha colto l’opportunità di sfruttare questo cambiamento epocale in maniera positiva, attivandosi per colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di uno spazio di discussione della sessualità in cui i giovani si sentano a loro agio nel mondo “reale”. Il mondo anglosassone è già molto all’avanguardia in questo campo: il sito BishUK, per esempio, contiene video ed altri materiali informativi sul sesso e le relazioni rivolti ad un pubblico superiore ai quattordici anni. Il suo fondatore, l’educatore Justin Hancock, sostiene che sia necessario che i giovani abbiano a disposizione uno spazio sicuro dove ottenere chiarimenti sui loro dubbi riguardo il sesso. Nel mondo delle associazioni che si occupano di prevenire la violenza sulle donne nel Regno Unito, è ormai comune avere figure professionali che si occupano di educare le giovani donne alla sessualità e all’affettività, in maniera tale da renderle capaci di riconoscere i segni di una relazione abusiva il prima possibile. Parte del loro lavoro è informare le ragazze sulle forme di violenza e controllo virtuale. Nel nostro Paese il sito Snaptalks ha inaugurato un’iniziativa simile a quelle britanniche, creando una serie di videoclip in cui giovani e meno giovani raccontano le loro esperienze sessuali e relazionali. I video sono inoltre integrati da una sezione intitolata “Frequently unanswered questions” (domande frequentemente senza risposta), dove si trovano informazioni che vanno dal tempo di vita di uno spermatozoo nel corpo femminile, a suggerimenti su cosa fare nel caso in cui il partner condivida contenuti erotici su internet.

Se la rete è diventata il luogo privilegiato dell’educazione sessuale delle nuove generazioni, è grazie soprattutto al fatto che permette di rintracciare risposte a quesiti che potrebbe essere imbarazzante porre di persona, ma anche perché offre informazioni su un panorama sessuale più ampio. La giornalista Tracey Thorn racconta per esempio come, al momento del coming-out in famiglia, sua figlia potesse già contare su una rete di supporto sociale creata online. Le piattaforme virtuali costituiscono infatti uno spazio importante dove i giovani possono confrontarsi con i coetanei riguardo a questioni riguardanti il tema della sessualità e dell’identità di genere.

Fonte: Guidone.it
Fonte: Guidone.it

Se il cambiamento dell’approccio al sesso è particolarmente evidente per gli adolescenti, in realtà si tratta di un fenomeno sempre più esteso anche alle generazioni adulte. La posta del cuore del sito italiano Lezpop, mirato a donne lesbiche, bisessuali e questioning (che mettono in dubbio gli orientamenti sessuali ufficialmente riconosciuti), riceve quesiti tanto da parte di lettrici molto giovani, quanto da donne appartenenti a fasce di età significativamente più elevate. Le questioni trattate includono dubbi sul proprio orientamento sessuale, difficoltà con il coming-out e problemi relazionali, oltre che tematiche sessuali. Un altro esempio è la rubrica statunitense Savagelove, pubblicata in Italia sul sito di Internazionale, la quale offre consigli su problemi sessuali e di coppia ad adulti spesso coinvolti in relazioni non tradizionali. Includendo suggerimenti da parte di professionisti e specialisti di discipline pertinenti (psicologi, sessuologi ed anche esperti di BDSM), il giornalista americano Dan Savage risponde alle lettere di lettrici e lettori riguardo tematiche che vanno dalla perdita di desiderio verso il partner alla gestione di relazioni aperte o poliamorose.

Il nuovo ruolo del web come dispensatore di informazioni sulle tematiche sessuali, ha comportato la creazione di uno spazio di discussione della sessualità molto più variegato ed accessibile di quello che avevano a disposizione le generazioni precedenti, dando spazio a concezioni della sessualità che non trovavano espressione nei circuiti tradizionali. Se questo implica maggiori possibilità di scambio ed una moltiplicazione dei luoghi di ascolto da una parte, dall’altra significa anche che le nuove generazioni sono sempre più esposte ai rischi insiti nella facilità di accedere a contenuti anche privati attraverso internet e social media.
Nonostante sia ancora presto per valutare appieno gli effetti di questo cambiamento, non possiamo che prendere atto che, al di là delle incomprensioni generazionali, l’educazione sessuale di giovani e meno giovani oggi passa soprattutto attraverso il web.

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Sara Gvero

Nata in Jugoslavia nel 1989, a due anni mi trasferisco in Italia con i miei genitori, decisi a non farsi risucchiare dal conflitto etnico alle porte. Migrante in tenera età, divento da subito sensibile alle tematiche culturali, politiche e sociali su cui si orienteranno i miei studi successivi ed il mio lavoro. A diciotto anni mi trasferisco dalle Marche a Roma, dove mi laureo in Letterature, Linguaggi e Comunicazione Culturale. Qui approfondisco la mia passione per tutto ciò che riguarda la cultura, l’arte e la letteratura, e nasce un nuovo amore per le teorie sociali e culturali critiche, in particolare quelle di genere. Nel 2011 entro a far parte del laboratorio di studi femministi Sguardi Sulle Differenze dell’Università La Sapienza e nel 2014 completo un Master in Genere, Media e Cultura a Londra. Concluso quest’ultimo inizio a far volontariato e poi a lavorare per il Women and Girls Network, organizzazione che si occupa di contrastare la violenza di genere. Nel tempo libero mi nutro di mostre d’arte e lettura, passeggiate lungo il Tamigi e visite ad amici e parenti sparsi per l’Europa. Per Pequod mi occuperò soprattutto di questioni di genere per Attualità ed Internazionale, contribuendo alle altre sezioni su temi di politica, società e cultura.

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