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La fotografia ai tempi degli hashtag

Il nostro mondo è cambiato con l’avvento del web 2.0: la condivisione e l’interazione a grandi distanze e la conseguente creazione di un nuovo livello di mappe e connessioni ha inevitabilmente modificato il nostro modo di relazionarci e conoscere l’altro.

È l’epoca dei social, degli hashtag, dei geotag e della realtà aumentata, lo è nel nostro intimo quotidiano e lo è nei grandi mondi collettivi, come quello dell’arte contemporanea. Esiste infatti tutta una realtà artistica che, in verità già da tempo, ha abbandonato lo spazio tradizionale dell’arte, fatto di tele, tagli, pennelli e oggetti concreti ed esposti, e ha spostato la riflessione artistica nella sua dimensione procedurale ed esperienziale, anche grazie all’impiego dei nuovi media.

Molte di queste operazioni indagano e si muovono nel vasto universo del web 2.0, spesso utilizzando il medium fotografico nella sua più ampia accezione. Col cambiamento strutturale dell’apparecchio fotografico avviene un cambiamento del suo contenuto e della sua valenza: la fotografia non è più un mezzo individuale e riconoscibile, riconducibile ad un unico dispositivo, ma un dispositivo tra diversi dispositivi, un’immagine tra le immagini.

Con il modificarsi del mezzo fotografico cambia il rapporto tra fotografia e reale, tra professionista e amatore, tra pubblico e privato. Di questa evoluzione e del più generale discorso sulla nuova fotografia un ruolo importante lo gioca Instagram.

Lanciato nel 2010, Instagram è un social network che permette di scattare fotografie, applicare filtri e condividerle insieme a testi e hashtag che le descrivano. Nonostante i numerosi aggiornamenti dalla sua prima versione, Instagram rimane una piattaforma quasi esclusivamente visiva e, a differenza di altre, la sua fruizione è breve ed immediata.

Particolarmente interessante è la nuova direzione che propone in campo fotografico attraverso la sua caratteristica più rilevante: da sistema per lo più chiuso ed archiviabile, la fotografia si apre alla condivisione, immediata e aperta a chiunque.

Questa peculiarità che è propria di ogni social network si districa tra i milioni di frame quadrati di Instagram attraverso l’uso di #hashtag, ovvero un aggregatore tematico, una sorta di etichetta da applicare alle proprie immagini che permette di raggrupparle per contenuto. Spesso utilizzato a sproposito, è in realtà un mezzo molto potente ed efficace: usati coscientemente, gli hashtag permettono di orientarsi nel gigantesco e popolatissimo mondo di Instagram, alla scoperta di immagini e nuovi topoi della fotografia contemporanea collettiva.

Con questo screenshotreportage vi portiamo dunque alla scoperta di immagini attraverso gli hashtag più interessanti proposti da Instagram, #followtheboat!

domenico quaranta, francesco mattucci, geotag, girlsinmuseum, instagram, notfakesymmetry, notmypanni, onthetable, soloparking, tag, thingsorganisedneatly, tinyhorizon, Twitter1, whatitalyis, whileinbetween


Martina Ravelli

Sono Martina e sono nata vent'anni fa nel paesino della bergamasca dove ancora vivo e da cui ogni tanto mi piace scappare per vedere qualcosa di nuovo. Per paura di dimenticare quello che vedo e la voglia di avere sempre qualcosa da ricordare, nel mio zaino non manca mai una fotocamera, un quadernino e una penna. Cosciente di questa mia ossessione e incoraggiata dalla passione per le arti, dopo il diploma al liceo linguistico mi trasferisco e studio per un anno al DAMS di Bologna: l'assenza di un contatto diretto con l'arte però mi porta ad abbandonare i portici di via Zamboni e tornare a Bergamo, dove ora studio Nuove tecnologie dell'arte all'Accademia Carrara e faccio volontariato nella galleria d'arte moderna e contemporanea GAMeC. Qui su Pequod mi occupo di grafica e fotoreportage, sezione di cui sono responsabile.

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