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Sono donna perché…

Come dicevamo, “Non una di meno” è un movimento femminista inclusivo, aperto a qualsiasi tipologia di genere e orientamento sessuale al fine di poter accogliere e dar risonanza a tutte le minoranze. “Non una di meno” ama definirsi un insieme variegato di forme e di vita, una globalità entro la quale potersi raccontare e porsi domande in merito alle diversità che caratterizzano le società di oggi.

In tanta varietà, anche le antiche definizioni di genere, principalmente basate sui binari del femmina/maschio e dell’eterosessualità, si trovano di fronte alla necessità di interrogarsi e, nella migliore delle ipotesi, di mettersi in gioco. Lo scorso 8 marzo, data per eccellenza dedicata alla donna, tra le strade di tutto il mondo hanno manifestato non solo donne cisgender (come il mondo LGBTQI definisce tutti coloro che si riconoscono nel proprio genere e orientamento sessuale), ma anche lesbiche, bisessuali, transgender, queer e intersessuali. Sembra dunque che il genere femminile e il concetto stesso di femminilità sentano il bisogno di uscire dai vecchi sistemi per potersi esprimere liberamente, straripare dagli argini senza timore di critica. Nulla più di una donna che attende e si aspetta di poter migliorare solo grazie a una relazione può farmi arrabbiare, come allo stesso tempo mi fa uscire dai gangheri un uomo che debba per forza mostrare la propria virilità con la forza e prepotenza.

Con questo fotoreportage mi sono dunque chiesta, e sono andata in giro chiedendo, cosa significhi essere donna oggigiorno, cercando le innumerevoli sfumature femminili che circondano la nostra quotidianità e che dovremmo imparare ad osservare. Con il fine di saperci accettare: «When you accept us, you accept yourself» ha dichiarato la grintosa Leyna Bloom, modella transessuale americana.

Sono donna perché… posso dar vita al futuro:

 

Sono donna perché… so prendermi cura di una casa e delle persone che la abitano:

Sono donna perché… piango:

 

Sono donna perché… sono accoglienza e passione:

 

Sono donna perché… ho un soffitto di vetro sopra la testa e non sono ancora riuscita ad abbatterlo:

 

Pur non avendo una vagina, non per questo sono meno donna.

Affermazione di Antonia Monopoli, attivista e Responsabile dello Sportello Trans presso l’associazione ALA Milano Onlus:

8 marzo, differenze, donna, featured, FEMMINISMO, Non una di meno, nonunadimeno1, Sportello Trans ALA Milano Onlus


Francesca Gabbiadini

Nata in valle bergamasca nell’inverno del 1989, sin da piccola mi piace frugare nei cassetti. Laureata presso la Facoltà di Lettere della Statale di Milano, capisco dopo numerosi tentavi professionali, tra i quali spicca per importanza l’esperienza all’Ufficio Stampa della Longanesi, come la mia curiosità si traduca in scrittura giornalistica, strada che mi consente di comprendere il mondo, sviscerarlo attraverso indagini e ricomporlo tramite articolo all’insegna di un giornalismo pulito, libero e dedito alla verità come ai suoi lettori. Così nasce l’indipendente Pequod, il 21 maggio del 2013, e da allora non ho altra vita sociale. Nella rivista, oltre ad essere fondatrice e direttrice, mi occupo di inchieste, reportage di viaggio e fotoreportage, contribuendo inoltre alla sezione Internazionale. Dopo una tesi in giornalismo sulla Romania di Ceauşescu, continuo a non poter distogliere lo sguardo da questo Paese e dal suo ignorato popolo latino.