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Tierra de historia: viaggio in un inverno tropicale

Questi sono lampi di un viaggio in America centrale, il resoconto, nelle sue possibilità, di 40 giorni ripercorsi a 4 mani. Questa è una testimonianza di come pulsa il cuore remoto, di là, dopo il grande mare.

Rovine Maya sul mare caraibico a Tulum, Messico [ph-Ginevra Latini – Tutti i diritti riservati]

Siamo due ragazzi con tre cambi nello zaino e un abbozzo d’itinerario: dalla capitale messicana alle regioni di sud-est (Quintana Roo, penisola dello Yucatan, Chiapas), fino a sconfinare nel Guatemala. Costringere in poche battute l’intero incedere sarebbe opera ingrata; cerchiamo allora, con qualche salto temporale, di toccarne i momenti salienti.
Si parte:

LA CAPITALE

Ciudad de Mexico, inizio Febbraio, 13° in più rispetto casa. 15 ore di traversata oceanica da dover smaltire e, avanti, la scoperta del nuovo mondo.
Fa sera mentre noi, storditi dal jet lag, scivoliamo tra i capillari del sistema sanguigno di una capitale tra le più densamente popolate ed estese sul globo, sorta su un altipiano che supera i 2000 metri d’altitudine. Di là dei vetri del bus, confusa, misera, la periferia muta le sue forme rivelando un nucleo più moderno, occidentale.

Ed è nel quartiere piuttosto centrale di San Cosme che prendiamo alloggio, campo base per i primi giorni. Già, nella ricerca di un frugale pasto, percepiamo quanto i cugini del Nord abbiano “contaminato” lo stile di vita latino: per ogni taqueria un Oxxo (convenience store stile 7eleven), per ogni noce di cocco una bottiglia di Coca-Cola. Sopravvivono, grazie a Dio, migliaia di bancarelle accroccate ai bordi d’ogni marciapiede dove trovare disparate pietanze locali per due soldi.

Ciudad de Mexico [ph. Ginevra Latini – Tutti i diritti riservati]

L’aria, a 2250 metri, la si inala con più fatica, soprattutto quando miscelata allo smog metropolitano; così, con il fiato corto, progettiamo le prime escursioni e ci ritiriamo nella prima notte d’oltre oceano.

In una manciata di giorni seguenti, sufficientemente ripresi dallo sbalzo di fuso orario, spaziamo tra siti culturali e aree di interesse architettonico: El Zòcalo o Piazza della Costituzione, baricentro della città, con la sua sfarzosa cattedrale cattolica sorge su quello che era stato il luogo d’acme di Tenochtitlan, l’antica capitale dell’impero azteco. A due passi, il folgorante Palacio de Bellas Artes (riconosciuto tra i monumenti più importanti del paese) precede la scoperta, nel bosco cittadino di Chapultepec, dell’immenso museo nazionale di antropologia dove situa la più ricca collezione al mondo d’arte pre-colombiana. Perla imperdibile è la coloratissima ed eccentrica casa dove vissero la coppia d’artisti Frida Kahlo e Diego Rivera, ora adibita a esposizione permanente di numerose opere della celebre pittrice.

Allontanandoci dal girovagare urbano dedichiamo un’intera giornata alla visita di Teotihuacan, le sublimi rovine d’una antica città mesoamericana: massicce ed eleganti, le piramidi contornano gli atavici viali e dominano la terra fin dove arriva la vista. Qui, dagli affreschi sopravvissuti al tempo si imparano storie di floride civiltà, i loro forti legami divini e i costumi lontani.

Città preocolombiana di Teotihuacan, Messico [ph. Ginevra Latini – Tutti i diritti riservati]

PENISOLA DELLO YUCATAN

Il Messico meridionale, tra lo Yucatan e il Quintana Roo, offre una delle più affascinanti meraviglie naturali del mondo: i cenotes, pozzi di roccia calcarea formatisi nel tempo dall’erosione di grotte carsiche che costellano il territorio di piscine naturali. Circondati da una folta vegetazione esotica abbiamo avuto il piacere di immergerci nelle acque trasparenti del Gran Cenote e nel profondo abisso blu del X’Canche, nel sito archeologico di Ek Balam.

Le regioni, infatti, conservano suggestive rovine maya in spettacolari parchi naturali. L’antica città portuale di Tulum, per esempio, sorge sulla costa dell’azzurro Mare dei Caraibi e pullula di socievoli iguane che, sotto il sole cocente, accompagnano il visitatore alla scoperta di antichi edifici e templi. La bellezza di questi terreni messicani comprende anche deliziose cittadine coloniali, come la particolare “Ciudad Amarilla” di Izamal, ultima tappa prima di lasciare la calda regione dello Yucatan, quasi totalmente composta da edifici dipinti di giallo, dove si trova anche il Convento de San Antonio de Padua.

X’Canche Cenote, Penisola dello Yucatàn, Messico [ph. Ginevra Latini – Tutti i diritti riservati]

CHIAPAS

Il primo approccio con la patria Zapatista avviene a Palenque ed è pressoché estatico: la giungla, per la prima volta, ci attornia ospitandoci in uno scenario ancestrale dove rovine Maya resistono in simbiosi con la foresta tropicale. Giovani del luogo propongono champignones per incrementare l’effetto “magico” della situazione; noi invece optiamo per “farci” di straconditi nachos e guacamole divino.

La notte le scimmie sciamano sopra la nostra capanna portando i monologhi della natura selvaggia. Una veloce tappa a immergersi nelle turchesi pozze alle cascate di Agua Azul e siamo pronti per ritornare momentaneamente alla civiltà: la coloniale San Cristòbal de Las Casas, tra le montagne della Sierra Madre, ci concede qualche giorno di rilassato svago tra compere e “turismo culinario” nelle numerose boutique gestite dalle cooperative Zapatiste.

Cascate e pozze ad Agua Azul, Messico [ph. Ginevra Latini – Tutti i diritti riservati]

GUATEMALA

L’arrivo in Guatemala ci vede entusiasti, ché subito visitiamo quello che sarà il nostro sito archeologico preferito: Tikal. Le alte piramidi troneggiano in una fitta giungla ricca di vita d’ogni genere, dalle gigantesche tarantole alle scimmie urlatrici; ci facciamo strada tra foglie immense, mentre coloratissimi pappagalli volano sopra di noi. E’ la volta di Semuc Champey, nell’Alta Verapaz, dove nuotiamo in un sogno fatto di piscine naturali verde smeraldo.

Ma è nei pressi di Antigua, vivace cittadina montana nel centro del Guatemala, famosa per le numerose scuole di spagnolo e l’architettura barocca ispano-americana, che viviamo una tra le più intense esperienze di sempre: scalare l’Acatenango, vulcano di quasi 4000mt. L’emozionante alba a cui assistiamo dalla vetta ci permette una vista spettacolare sul Lago Atitlan, dove nei giorni a seguire ci dirigiamo esausti per regalarci momenti di puro relax nei caratteristici villaggi costieri.

Alba vista dal vulcano Acatenango, Guatemala [ph. Ginevra Latini – Tutti i diritti riservati]

[In copertina: Piramide di Chichen Itza, nell’omonimo complesso archeologico maya, situato in Messico, nel nord della penisola dello Yucatan (ph. Ginevra Latini – Tutti i diritti riservati)]

Cooperazione al testo e fotografie di Ginevra Latini

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Davide Tacchini

Classe '89, nato in provincia bergamasca, vivo i ¾ dell'anno in un piccolo paesino rurale nella maremma toscana dove mi occupo di orticoltura, giardinaggio e agriturismo. Negli ultimi anni ho viaggiato parecchio nel centro-sud Italia vagabondando e ricercando luoghi non comuni fino a convincermi che paesaggisticamente questo paese natale offre bellezza per una vita intera. Così mi intrufolo in Pequod con l'intento di condividere il bagaglio accumulato e razionalizzare l'esperienza del mio muovere.

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