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Boccaleone Open Space – una Bergamo che migliora

Sotto un cavalcavia di Bergamo le serate e i weekend si fanno culturali grazie all’associazione Open Space (link) e noi di Pequod, come nostra usanza, ci siamo fiondati per farvi conoscere una delle realtà più dinamiche della città. Dal 2 sino al 26 di luglio, i ragazzi di Open Space propongono nel parcheggio inutilizzato sotto il cavalcavia del quartiere Boccaleone un calendario pieno di eventi, che spazia dalla Street art, alla musica, al cinema sino al teatro e alle conferenze sulla storia del quartiere, nonché su urbanistica e regolamentazione degli spazi comunali.

foto 1                Come era il cavalcavia prima dell’arrivo di Open Space, due anni fa.

foto2                I preparativi di quest’anno.

Per una bergamasca come la sottoscritta certo fa strano il binomio Bergamo- gioventù, eppure questi ragazzi stanno riuscendo a ricavare all’interno di una città solitamente considerata “bella, ma morta” uno spazio interamente ripensato dai giovani… e per tutti. Se difatti ambiziosi sono i protagonisti di questa associazione, ancora più lungimirante è il loro obiettivo di recuperare e riappropriarsi degli spazi urbani sottoutilizzati attraverso un processo di rigenerazione urbana dal basso. Le vie e le zone di Boccaleone si delineano nella mente della maggior parte dei suoi abitanti come spazi degradati e pericolosi, inaccessibili di sera, momento in cui senzatetto e tossicodipendenti si appartano negli edifici inabitati che circondano il parcheggio.

Per dimostrare invece le potenzialità della zona, nel 2014 i ragazzi fondano l’associazione e a luglio dell’anno scorso propongono nel parcheggio abbandonato una giornata di iniziative culturali; quest’anno invece l’impegno è notevolmente aumentato. Nicola Vavassori, fondatore dell’associazione assieme a Stefano Cozzolino, ci spiega quale bisogno si celi dietro l’iniziativa: «Due anni fa il disagio giovanile e la sicurezza erano le principali problematiche di Boccaleone poiché il quartiere, periferico rispetto al centro, è stato ideato come zona monofunzionale, adibito alla sola abitabilità e di conseguenza privo di servizi.»

Video della giornata 7 luglio 2014.

Assieme all’indispensabile appoggio dell’amministrazione comunale, della Parrocchia e del comitato di quartiere, Boccaleone inizia a essere rigenerato e riconsegnato ai suoi abitanti attraverso l’azione: «Chiunque – continua Nicola – dalle cooperativa ai singoli cittadini, può proporre attività e difatti, nel nostro calendario, sono presenti attività eterogenee.»

La scelta del parcheggio non è di certo casuale. La struttura permette di cambiare la forma dello spazio: per una performance teatrale ha una sua forma e una sua funzionalità, mentre se il giorno dopo lo stesso spazio viene utilizzato per ballare, l’area acquista un’altra identità. Mentre chiacchieriamo, Nicola mi mostra le aree permanenti, come la biblioteca e il bar, e quelle considerate flessibili, le quali, per l’appunto, mutano a seconda dell’esigenza.

Portando il dibattito all’interno dello spazio pubblico, la speranza di Nicola è che la sperimentazione dia i suoi frutti: «Boccaleone Open Space non è il punto finale del nostro percorso, ma il primo passo per far continuare il processo di rigenerazione dello spazio pubblico.»
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Mano all’agenda, dunque, e segnatevi che a partire dalle 18.30 di ogni sera (e dalle 9.30 al sabato e alla domenica) di questo mese di luglio, l’asfalto di Boccaleone si fa più rovente e vi attende per le sue innumerevoli iniziative! Per domani, invece, Pequod vi propone un fotoreportage sugli spazi dismessi che circondano i ragazzi del dinamico Open Space.
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Bergamo, Boccaleone, featured, Nicola Vavassori, Open Space, Stefano Cozzolino


Francesca Gabbiadini

Nata in valle bergamasca nell’inverno del 1989, sin da piccola mi piace frugare nei cassetti. Laureata presso la Facoltà di Lettere della Statale di Milano, capisco dopo numerosi tentavi professionali, tra i quali spicca per importanza l’esperienza all’Ufficio Stampa della Longanesi, come la mia curiosità si traduca in scrittura giornalistica, strada che mi consente di comprendere il mondo, sviscerarlo attraverso indagini e ricomporlo tramite articolo all’insegna di un giornalismo pulito, libero e dedito alla verità come ai suoi lettori. Così nasce l’indipendente Pequod, il 21 maggio del 2013, e da allora non ho altra vita sociale. Nella rivista, oltre ad essere fondatrice e direttrice, mi occupo di inchieste, reportage di viaggio e fotoreportage, contribuendo inoltre alla sezione Internazionale. Dopo una tesi in giornalismo sulla Romania di Ceauşescu, continuo a non poter distogliere lo sguardo da questo Paese e dal suo ignorato popolo latino.