Boccaleone – Il travaglio dell’Ex Convento delle Clarisse
Fotoreportage di Francesca Gabbiadini e Sara Ravasio
Siamo nel cuore di Boccaleone, quartiere periferico di Bergamo, area degradata sotto il viadotto della circonvallazione.
Camminando in quest’area, che in passato ha visto la realizzazione di diverse opere strategiche per la viabilità cittadina, ci si imbatte in un gigantesco stabile abbandonato e fatiscente. L’edificio, noto come ex convento delle Clarisse, ha una storia alquanto travagliata: vede la luce nel 1847 grazie a suor Maria Chiara Poloni, fino al 1964, anno in cui viene traslocato in un nuovo stabile costruito ad hoc in via Lunga. Da quella data in poi il chiostro e le stanze si trasformano prima in deposito della Rodeschini, un’azienda leader nella distribuzione all’ingrosso, e più tardi in un ristorante, fino a vedere il completo abbandono all’incirca all’inizio degli anni Novanta.
Nel 2006 l’immobiliare <<Abitare 2006 srl>> fa partire un progetto di costruzione di trentacinque appartamenti, due negozi e una sala civica. I lavori, affidati alla milanese <<Futura srl>>, iniziano il 12 settembre ma finiscono esattamente due anni dopo per mancanza di fondi. Nel 2010 l’impresa fallisce e lascia il convento al rifugio disperato di senzatetto e tossicodipendenti.
Possiamo far cadere il nostro sguardo davanti l’ennesima “cattedrale nel deserto” che diventa luogo di dinamiche sociali problematiche, con il beneplacito di molti residenti che vedono in esso solo una zona franca, popolata da tossici, malfattori e malintenzionati e non come possibile luogo di recupero e socialità, sforzo invece messo in atto dalla realtà giovanile di Boccaleone Open Space che con tutte le loro forze sta cercando di salvare il quartiere tramite una rilettura urbanistica e azioni socio-culturali rigeneratrici.
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