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L’influenza del genio: da Brescia a Parigi tra Chagall e Picasso

Sin dall’età ellenistica il termine mimesis è presente nel campo artistico, in quanto si riconduceva il concetto stesso di arte come imitazione della realtà. L’attività dell’artista raramente nasce dal nulla, tutti subiscono influenze, emulano e assorbono le esperienze circostanti.

Esiste certo l’eccezione del genio creativo, dell’autodidatta, ma come disse Picasso: «Gli artisti mediocri copiano, i geni rubano». Il grande estro spagnolo riteneva dunque impensabile che l’opera di talento potesse nascere orfana di qualsiasi influenza, anzi Picasso giustifica, senza filtri, la possibilità di impadronirsi del modello, ma solo se dotati della capacità di attraversarlo e renderlo incredibilmente originale da far scomparire il confine di appartenenza.

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Senza però infrangere alcun copyright più che di imitazione, parliamo di ispirazione, di allievi diretti e indiretti, che intrisi degli insegnamenti del maestro, riproducono opere uguali o a tratti simili, omaggiandolo.

L’eco dell’arte non ha limiti di persistenza tanto da trovare tracce caravaggesche nel realismo ottocentesco e di Picasso e Chagall nei contemporanei.

Oggi Pequod vi propone due esposizioni geograficamente distanti, ma parallele, che seguendo i percorsi di diversi artisti contemporanei, rivelano quanto imparare dai grandi modelli possa rendere ricchi se stessi e l’arte.

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Per i più patriottici si inaugura oggi la mostra dedicata a Mark Zacharovič Šagalov, il celebre artista bielorusso meglio conosciuto come Chagall, che solo qualche mese fa colorò le pareti del Palazzo Reale di Milano. Quest’oggi invece le tinte accese e le linee morbide, quasi impalpabili, sono ospiti del complesso museale Santa Giulia di Brescia. 

Con una piacevole sorpresa: all’esposizione partecipano anche i lavori del premio Nobel Dario Fo (in copertina), attore, scrittore e pittore professionista, che nella sua lunga carriera è stato spesso ispirato da Chagall in molti dipinti. Fo dichiara di sentirsi molto vicino all’artista ebreo per il gusto dell’impossibile, per il surreale e per il paradossale.

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Per chi invece dovesse decidere per un last minute, anche Parigi offre confronti su tela tutti ispirati a Picasso, dall’omonimo titolo Picasso Mania. La mostra, allestita nel Grand Palais della Galerie Nationales ormai dal 7 ottobre, sarà visitabile fino alla fine di febbraio, come quella bresciana.

Le sale museali ci offrono una piacevole rassegna di opere appartenenti alle varie fasi creative e stilistiche di Picasso, affiancate da opere contemporanee di artisti come Lichtenstein, Kippenberge, Hockney, Johns.

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Entrambe le esposizioni intendono dimostrare la relatività di un modello e le sue infinite possibilità di interpretazione. Centrale è anche il ruolo che i colossi della creazione rivestiranno per sempre nella storia dell’arte, ponendo l’accento sulla tradizione moderna come il cubismo, il fauvismo o le avanguardie che, come ogni corrente sovversiva inizialmente colpita da critiche sferzanti, lascia il proprio solco nell’opera delle nuove menti dell’arte.

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Vanessa Martinoli

Dalla primavera del 1994 procedo per tentativi la maggior parte delle volte, inizio, infatti, studi classici per poi abbandonarli e lanciarmi verso le scienze umane, tra i cui meandri mi innamoro di Montale e scelgo di iscrivermi a Lettere Moderne. Introversa per natura, preferisco scrivere, piuttosto che parlare. Sono sistematicamente attratta dal colore, dalle forme, da tutto ciò che è arte e da chi non si vergogna di esprimere, ma non distinguendomi particolarmente su tela, prediligo carta e inchiostro, così vago per le gallerie d’arte di Milano e provincia e scrivo di quello che c’è di bello in circolazione.