Sentieri Creativi 2016: l’arte si fa in montagna
Nella stessa settimana in cui numerosi visitatori si affollano per percorrere il Floating Piers, la passerella sospesa sulle acque del Lago D’Iseo, progettata da Christo e realizzata in provincia di Brescia, nel limitrofo territorio bergamasco prende il via la sesta edizione di Sentieri Creativi.
La manifestazione si prefigge lo scopo di avvicinare i giovani alla montagna e di creare un legame tra arte e panorami delle Alpi Orobiche. In che modo? Dando la possibilità a sette giovani creativi di trascorrere cinque giorni di residenza artistica gratuita presso il rifugio Curò, situato nelle Orobie Orientali, in alta Valseriana. I partecipanti sono seguiti costantemente da un docente, il quale li guida e assiste con la finalità di perseguire lo scopo del progetto: concepire e ideare un’opera che, a seguito della valutazione di una commissione, sarà realizzata in alta quota. Il vincitore riceverà un premio di duemila euro lordi, da utilizzare per la realizzazione del proprio progetto. Il risultato sarà visibile ai più volenterosi, che avranno energie e fiato per recarsi nei pressi del rifugio, situato a quota 1915 metri e raggiungibile dopo tre ore di cammino.
A differenza delle precedenti edizioni, dove era data la possibilità a tutti i partecipanti di realizzare i propri lavori nei vari rifugi delle Orobie, l’edizione in corso propone un percorso di studio e di formazione. Attraverso lezioni frontali, camminate, interventi di artisti ospiti e momenti di lavoro individuale, i fortunati ragazzi scelti potranno sviluppare il loro progetto a stretto contatto con l’ambiente che lo dovrà poi accogliere.
La manifestazione è, come ogni anno, promossa dal Comune di Bergamo, in collaborazione con il Club Alpino Italiano e l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, con il patrocinio del Comune di Valbondione e del Parco delle Orobie Bergamasche. Diversi enti collaborano quindi, con l’obiettivo di riscoprire l’immenso patrimonio delle montagne bergamasche, di valorizzarlo attraverso l’arte, la quale si rinnova essa stessa attraverso una sistemazione extramuseale inusuale. Con questo tipo di intervento umano in uno spazio naturale, arte e natura coesistono e si sostengono a vicenda , nella speranza di sensibilizzare e avvicinare sia appassionati di trekking che amanti dell’arte.
Trattandosi di una produzione artistica realizzata in uno spazio pubblico, non mancano gli ostacoli burocratici: purtroppo non è ancora certo se l’opera, indipendentemente dalle sue peculiarità tecniche, che ancora non si conoscono, sarà permanente. Se i permessi saranno accordati, diverrà possibile raggiungere e ammirare l’installazione per più di qualche settimana.
La monumentale installazione sul Lago d’Iseo, allo stesso modo, si è guadagnata il suo spazio attraverso un non breve percorso, sforzo che è stato ripagato da un’inaspettata risonanza e attenzione di pubblico e media. Collocata in un territorio conosciuto e affascinante già prima dell’intervento del noto artista, l’opera ha avvicinato all’arte persone di ogni tipo e interesse. Il più modesto progetto che si sta svolgendo in questi giorni al rifugio Curò ha protagonisti differenti, e una collocazione meno nota. La sua valenza è quella di dare l’opportunità di comprendere quanto l’arte possa essere un mezzo per confrontarsi con la natura, e, forti dell’insegnamento di Christo, avvicinare quante più persone ad interessarsi a ciò che gli è vicino, apprezzandolo con occhi nuovi.
Fotografie di Maddalena Bianchetti
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