I libri per ragazzi spiegati agli adulti
Anzitutto, se pensate che i libri tra le mani di bambini e ragazzi siano solo quelli elencati nelle odiate letture obbligate durante le vacanze di Natale, i numeri del mercato editoriale vi smentiranno. I lettori più avidi di libri extrascolastici si contano tra i bambini dai 2 ai 5 anni (63,3%) e gli adolescenti tra i 15 e 17 anni (53,9%), contro una media del 42% estesa a tutta la popolazione italiana. Non a caso, quindi, i titoli per bambini e ragazzi contribuiscono alla crescita del mercato editoriale italiano, costituendo il 17,4 % del fatturato totale e il 22,9 % delle copie vendute.
Ma a comprare i libri sono gli adulti, e qui arriviamo al secondo, forse più grande pregiudizio sulla letteratura per ragazzi.
Sarà per questo che per Mara Pace, giornalista, redattrice e traduttrice, il legame con il mondo della letteratura per l’infanzia non si è mai spezzato.
Quello di Mara è Le streghe di Roald Dahl, autore cult di un’intera generazione di futuri editor, librai e scrittori per ragazzi (per i più giovani, l’autore de La fabbrica di cioccolato).
È da questo libro che parte la sua passione per la letteratura d’infanzia, ed è da qui che partiamo.
«Lavoravo al Giornale di Brescia. Un giorno mi hanno affidato la recensione di un libro per ragazzi di cui nessuno si voleva occupare. Io ero entusiasta, mi sono ricordata esattamente le emozioni che avevo provato da bambina. Sono stata una grandissima lettrice, amavo i libri, perciò ho dei ricordi molto forti. Ricordo quando ho comprato Le streghe, quanto mi era piaciuto, e il fatto di tornare in libreria e in biblioteca per cercare “lo stesso libro”. Una ricerca perenne di quell’entusiasmo che ti ha dato un libro e che cerchi tutta la vita. E così, quando ho incontrato di nuovo i libri per ragazzi, mi sono chiesta: ci sono ancora le collane che piacevano tanto a me da bambina? Che cosa è uscito nel frattempo? Era rinato l’amore per questo mondo affascinante e vastissimo. E ho scoperto la passione per l’illustrazione e il fumetto».
L’illustrazione è molto importante nel libro per ragazzi…
«Il rapporto parola-immagine è fondamentale e ci tengo a precisare che le immagini non servono a sostituire le parole! Possono semplificarle, ma a volte le complicano, danno dei contenuti aggiuntivi alla parola. I libri senza parole, i silent books, talvolta sono più difficili da leggere di un libro con le parole. Sono libri che abituano a leggere le immagini, fondamentale in un mondo in cui siamo quasi più bombardati da immagini che da parole. Per questo apprezzo quando l’immagine e il testo non raccontano la stessa cosa, ma riescono ad essere complementari, a volte anche discordanti, e quindi creano qualcosa insieme».
«Questa domanda mi fa pensare ai libri de La Coccinella, famosi in tutto il mondo, che puntano sulla varietà di forme e idee cartotecniche. Il libro per la prima infanzia spesso è materico e il bambino gioca con le sue superfici. Sì, il libro è un gioco, ma è anche altro: la prima lettura nell’infanzia è affidata ad altri, agli adulti, perciò il libro diventa un oggetto attraverso cui passa il rapporto d’amore con la mamma, il papà, anche la maestra d’asilo. Che un adulto legga una storia è un gesto importante, che va al di là della storia letta e tocca l’affettività. Fino ai 5 anni, la lettura è a due: per un bambino è sentirsi raccontare una storia da qualcun altro. Per questo gli albi illustrati non parlano solo ai bambini, ma anche all’adulto al suo fianco, e i più belli emozionano entrambi».
«Ci trovi un’umanità incredibile. Ci sono libri per adulti molto profondi, che scavano e scavano, e a volte trovi una profondità unica nella leggerezza dello sguardo bambino. Se pensi alla letteratura per bambini fino ai 12-13 anni, guardi il mondo da un punto di vista più basso. Ci trovo qualcosa di filosofico nell’abbassare lo sguardo, che a volte significa alzarlo: devi essere all’altezza di un bambino, non abbassarti al suo livello. Ricordiamoci che i bambini stanno una spanna sopra di noi perché hanno uno sguardo diverso sul mondo».
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