Cuba: musica da ogni dove e da ogni tempo
Cuba è un’isola. Cuba è un particolare modo di vivere e affrontare la vita. Cuba è musica. Ovunque, a Cuba, ascolti musica.
A pochi giorni di distanza dalla proclamazione della rumba cubana a patrimonio immateriale dell’UNESCO (30 novembre 2016), ho chiesto a un amico e viaggiatore appassionato di raccontarmi di quello che catturarono le sue orecchie durante il soggiorno sull’isola.
Un’ eccentrica gamma di generi e di sonorità ibride popolano soprattutto le vie de L’Avana. Quello della musica, a Cuba, rimane un aspetto inscindibile dallo scorrere della vita quotidiana: dagli orishas, i locali risciò muniti di casse per portarsi appresso sia il turista curioso che una buona dose di musica, alla grande vitalità del malecon (il lungo mare de L’Avana) che ospita musicisti e soundsystem pieni di energia, alle piste da ballo pubbliche aperte che propongono oggi della musica che più s’ispira alla contemporaneità, una musica più internazionale.
È a questo punto che entra in gioco il reggaeton che da turista non ti aspetti. Una moda musicale e uno stile che in questi ultimi anni è stato abbracciato e avvinghiato (come vuole il genere) dalle nuove generazioni. Nato sul finire degli anni Novanta, il reggaeton cubano possiamo definirlo, quanto meno ai suoi esordi, come un “nuovo stile originale”, una sorta di “rap sofisticato”. Questo è solo uno degli esempi di ibridazione musicale presente nella musica cubana; in particolare, quando ci riferiamo alle influenze giamaicane presenti nel patrimonio musicale e culturale dell’isola, occorre dirigersi verso est, nella città di Santiago de Cuba.
Qui i musicisti tendono a mischiare le loro radici cubane alla musica reggae. C’è da dire però che, se i testi del reggae dell’America Latina sono per lo più caratterizzati da macrotemi che rappresentano condizioni di discriminazione e disprezzo, la maggior parte delle band cubane tende a staccarsi da questo stile preferendo temi come la gioia di vivere, l’amore, il ballo e la festa per le loro composizioni.
Forse è proprio questo sentimento a muovere i musicisti cubani a un’incessante creazione di musica nuova ma che continui a trasmettere i valori e i sentimenti positivi che accompagnano la loro quotidianità, oltre che l’incessante voglia di festeggiare.
I gruppi cubani creano continuamente nuova musica e lavorano incessantemente per avere il riconoscimento tra il pubblico internazionale. Non solo la ricerca delle novità, ma anche un imprescindibile legame con quello che è stato ed è il passato della musica cubana che continua a vivere in ogni sua nuova sfaccettatura.
Sempre parlando di attualità musicale, non possiamo non tener conto della cultura hip hop cubana, arrivata sull’isola da Miami attraverso la televisione. Sarà negli anni Novanta, dopo il crollo dell’Unione Sovietica e tutto ciò che ne conseguì, che i giovani reperos cercheranno nella musica un canale per sfogare le proprie frustrazioni. Esempio emblematico sono gli Orishas, band nata a L’Avana nel 1999, che adotta il nome delle divinità venerati nelle forme religiose ibride dell’isola, originatesi dall’incontro tra Cristianesimo e Santeria. Un tipo di musica, la loro, chiaramente influenzato dall’hip hop statunitense, dalle radicate tradizioni cubane e dai ritmi latino-americani.
La musica cubana è il passato che si mescola con il presente, è la rumba ballata per i vicoli e nelle feste di paese ma è anche la canzone di salsa remixata che esce dalle casse di un giovane d’origine cinese che vive nel Barrio Chino di L’Avana. Sono i ritmi giamaicani e quelli di derivazione africana, insieme alla chitarra spagnola che si esibisce nelle Case della musica per i turisti che vogliono farsi trascinare dalla gioia di queste sonorità.
https://www.youtube.com/watch?v=KODWcrncnUU
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