“Buckets!” di Sebastiano Ruggeri: la musica dei luoghi, la musica per tutti
Dal 4 al 26 maggio il quartiere della Malpensata di Bergamo prende vita grazie a Trasfigurazioni, un progetto artistico-culturale che prevede workshop e laboratori dedicati a bambini, ragazzi e adulti organizzato dalla compagnia teatrale Trasfigura, per giocare, divertirsi, ma soprattutto sperimentare con la storia di questo quartiere. “Buckets!” è il nome del laboratorio musicale che si sta svolgendo in questi giorni presso il Parco della Malpensata: un’attività con percussioni improvvisate ricavate da oggetti quotidiani o di scarto, rivolto a bambini dai 7 agli 11 anni, che terminerà il 25 e il 26 maggio con due momenti di laboratorio aperto a tutti a cura di Sebastiano Ruggeri, il conduttore degli incontri.
Sebastiano Ruggeri è musicista e docente di attività musicali; dopo la laurea in Filosofia e un diploma ai Civici Corsi di Jazz di Milano, si iscrive al Conservatorio della stessa città. La sua passione per la musica, però, comincia dalle scuole medie, dove si avvicina a questo mondo che tanto lo affascina: inizia a studiare la tromba, poi le percussioni. Ad oggi ha diverse collaborazioni attive, tra cui quella con Pulsar Ensemble (Italia) e con Rayuela (Spagna). Alla musica Sebastiano affianca anche uno spiccato interesse per la didattica e l’insegnamento che diventa per lui un’importante fonte di stimolo, di soddisfazione, ma soprattutto di costante ricerca personale. «I laboratori», spiega il giovane musicista, «sono nati come declinazione di un approccio in continua evoluzione, che ho sviluppato negli anni. Volevo – e ho provato a – costruire una sorta di metodo aperto, che mi permettesse di veicolare informazioni musicali e ritmiche nel modo meno mediato o più immediato possibile. La progettazione dei laboratori è stata fatta insistendo sull’analogia della musica con il linguaggio e con il mondo ludico. Le pratiche sono pensate e costruite come giochi dotati di regole o parametri, su cui si può intervenire con estrema varietà e libertà, permettendo di fatto un adattamento sartoriale dei giochi stessi alle varie situazioni. Questo mi permette di inserire elementi presi da linguaggi musicali differenti, di usare l’imitazione, l’improvvisazione (anche radicale), la conduzione e la composizione collettiva estemporanea e combinarle in base alla costituzione e alla risposta del gruppo».
I laboratori rispondono anche ad una scelta ambientalista ed ecologica: prevedono il riuso e riciclo di materiali, che trovano così un nuovo impiego, un nuovo modo di essere usati e diventano strumenti per fare e creare musica. «Partendo dai materiali tipici dello street drumming», continua Sebastiano, «e aggiungendo strumenti trovati o autocostruiti, possiamo molto facilmente creare una situazione orizzontale, in cui chiunque può da subito fare musica con altri, usando una gamma di suoni affidabile e condivisa, ma anche tremendamente personalizzabile». Ma nella pratica? Durante questi laboratori i bambini, che sperimentano come si creano suoni, armonie e melodie di gruppo, passano la maggior parte del loro tempo «a fare giochi musicali, progettati per poter familiarizzare con concetti come la pulsazione e la condivisione del tempo, la metrica, il groove nel modo più divertente possibile, cioè colpendo a mazzate secchi, pentolacce, coperchi… ecco, ho appena trovato una tazza di latta che suona benissimo se la colpisci forte!». Di certo i bambini non si annoiano: imparano con il gioco e l’esperienza condivisa l’importanza dello stare insieme e del collaborare, senza dimenticare il fil rouge, la musica, a cui si unisce la realizzazione di suoni con i materiali di riciclo.
Come spiega Sebastiano, «da sempre è stato prioritario per me che il mio approccio fosse adattabile a varie situazioni e differenti interlocutori; dopo averlo sperimentato sia con studenti delle più disparate età che con i detenuti della Casa Circondariale di Monza (dove sto tenendo con il mio amico e collega Alex Stangoni un laboratorio basato su questi principi) posso dire con gioia che ogni gruppo ha sempre impiegato poco tempo e sforzo per impadronirsi delle mie proposte. Il bello è, quindi, che si riesce da subito a fare musica insieme. Il caso di Trasfigurazioni è particolare perché per la prima volta il denominatore, il sostrato è la condivisione del luogo di vita, del quartiere, nella fattispecie un quartiere molto articolato e stratificato della città. Pertanto cercheremo di fare in modo che sia, oltre che teatro fisico della performance, anche un riferimento evocativo che irrompe nella performance stessa: in uno dei giochi cercheremo di raccontare i suoni di una giornata di mercato nel quartiere. Sono davvero curioso di vedere come questo tipo di riferimento potrà indirizzare le scelte sonore del gruppo». “Buckets!” si propone come laboratorio di musica che permette non solo ai bambini di fare pratica con i suoni, di scoprire e di comunicare con un nuovo linguaggio interiore e al contempo collettivo, ma, in vista delle due giornate del 25 e del 26 maggio, sarà anche per gli adulti uno stimolo a conoscere i tanti princìpi di questo lavoro (e non solo), e chissà, forse anche appassionarsi come Sebastiano.
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